
Pubblicato da Nuova FdL il 23 Feb, 2018
Presentato oggi alla Fiera del Levante
Un volume realizzato da Corecom Puglia e Ipsaic e pubblicato da Edizioni dal Sud
Nel periodo di transizione dal fascismo alla Liberazione, la Puglia svolse un’importante funzione di centro editoriale dell’Italia libera. E la Gazzetta del Mezzogiorno fu l’unico giornale sul territorio nazionale, dopo il 25 luglio 1943, a non interrompere neanche per un giorno le pubblicazioni.
Questi alcuni temi evidenziati nel corso dell’incontro di presentazione in Fiera del volume di Vito Antonio Leuzzi, “Informazione, censura e opinione pubblica. La Gazzetta del Mezzogiorno nella Liberazione italiana 1943-1945” (Edizioni dal Sud). All’incontro hanno partecipato, insieme con l’autore, il presidente del Corecom, Felice Blasi e il direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, Giuseppe De Tomaso e la dirigente del Servizio Biblioteca e Comunicazione del Consiglio Regionale, Daniela Daloiso.
“Questo libro - ha sottolineato Blasi, autore della prefazione - è il primo capitolo di un programma di studi ad ampio raggio del Corecom regionale. La Puglia fu un primo esempio di convergenza multimediale: il canale della carta stampata incontrava sulla Gazzetta il canale radiofonico di Radio Bari: l’Ipsaic conserva i testi originali di politica che furono utilizzati sia sul giornale che in radio. Il libro parla di un altro Mezzogiorno possibile, nel quale i protagonisti di allora credevano al punto da tentare di realizzarlo con ogni mezzo che la cultura, l’editoria e la politica offriva loro. Si trattò di una stagione troppo breve, di una redenzione interrotta. Riportare alla luce vicende e speranze dimenticate – ha concluso Blasi - quel bisogno di liberazione che nasceva dentro il Mezzogiorno ci riavvicina al passato e ci regala una nuova speranza per il nostro Sud”.
“La Gazzetta del Mezzogiorno – ha aggiunto De Tomaso – era davvero il punto di riferimento in Italia e in Europa. A gennaio del 1944 nacque l’Italia libera, a Bari si svolse il Congresso dei Comitati di liberazione nazionale e si crearono le premesse per la costruzione di una nazione democratica. Erano anni intensi e ancora tragici e non era semplice raccontare la verità senza condizionamenti. Il 28 luglio 1943 in via Niccolò Dell’Arca furono uccisi venti ragazzi: andavano verso il carcere incontro agli intellettuali antifascisti che erano appena stati liberati. E poi c’è la vicenda legata alla direzione della Gazzetta con il tentativo di ritardare il passaggio a una linea liberale e democratica: ricordiamo, per esempio le operazioni di Filippo Naldi, che guidava l’ufficio stampa del governo di Brindisi, nel novembre del 1943. Questo libro offre gli strumenti per approfondire un periodo complesso e fondamentale per il Paese”.
La lotta per il controllo del quotidiano – spiega Leuzzi, direttore dell’Istituto pugliese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea – “assunse toni drammatici anche per l’eccidio di via Dell’Arca: gli eventi tragici ebbero immediato riflesso sul giornale. L’autorità prefettizia e la questura fecero arrestare i promotori della manifestazione e il caporedattore della Gazzetta Luigi De Secly per il suo articolo Viva la libertà. Il 19 agosto il giornalista venne liberato ma le manovre prefettizie per il controllo del giornale continuarono. La Gazzetta era stata la voce ufficiale del fascismo pugliese, ma fu l’unico quotidiano italiano che, all’indomani della caduta del fascismo, non fermò le sue rotative neanche per un giorno, mantenendo inalterata la sua adesione al nuovo corso della politica italiana”.
COMUNICATO STAMPA